LA RESPONSABILITA’ GENITORIALE E L’UTILIZZO DEI SOCIAL

La responsabilità genitoriale e il dovere di vigilanza: riflessioni a partire dalla sentenza del Tribunale di Brescia n. 879/2025

La sentenza n. 879/2025 del Tribunale di Brescia affronta un tema di grande attualità e rilevanza educativa: l’obbligo dei genitori di vigilare sul comportamento dei figli minorenni,  esercitando un controllo assiduo dei profili social, anche fake, e le responsabilità che ne derivano in caso di condotte illecite. Nel caso esaminato, una minore, in situazione di fragilità, ha posto in essere comportamenti illeciti online (cyberbullismo) nei confronti di una compagna, per i quali i genitori sono stati condannati ad un risarcimento dei danni pari a 15.000,00 euro.

Il Tribunale ha chiarito che, essendo la minore incapace di intendere e di volere al momento dei fatti, i genitori – in quanto soggetti tenuti alla sorveglianza – rispondono direttamente del danno, salvo che provino di non aver potuto impedire il fatto. Si tratta di una responsabilità particolarmente rigorosa: non è sufficiente dimostrare di aver adottato un comportamento genericamente diligente, ma è necessario provare che il fatto illecito è avvenuto nonostante l’adozione di tutte le misure concretamente esigibili.

Uno degli aspetti centrali della vicenda riguarda l’utilizzo dei social network da parte della minore. La ragazza era riuscita a sottrarsi alla supervisione familiare, bloccando l’accesso al proprio profilo anche agli operatori sociali e creando dei profili fake, attraverso i quali ha ripetutamente insultato una compagna di classe, pubblicando anche foto pornografiche con un software di manipolazione delle immagini.  I genitori hanno sostenuto di non avere le competenze tecniche per esercitare un controllo più penetrante, ma il Tribunale ha osservato che, proprio in ragione delle condizioni personali della figlia e delle insidie tipiche del mondo digitale, la vigilanza avrebbe dovuto essere ancora più assidua.

La sentenza evidenzia come la responsabilità genitoriale richieda un impegno concreto, costante e adeguato alle specifiche fragilità del minore. In particolare, l’uso della rete, dei social media e dell’intelligenza artificiale, impone ai genitori (e in senso più ampio anche agli educatori) una presenza attenta, informata e attiva. Non è sufficiente invocare la fiducia nel figlio o la difficoltà di comprensione degli strumenti digitali, specialmente se esistono segni di vulnerabilità: è necessario agire con consapevolezza e, se del caso, ricorrere a supporti specialistici per garantire un controllo efficace. L’obbligo di vigilanza sui figli si deve tradurre in  una limitazione sia qualitativa che quantitativa dell’accesso ai social network, per evitare che vengano utilizzati in modo inadeguato da parte dei minori. Lasciare soli i figli davanti a uno schermo renderà di fatto impossibile la prova liberatoria in Tribunale.

In tale contesto, la scuola non è chiamata a sostituirsi ai genitori nel dovere di sorveglianza, ma può svolgere un ruolo fondamentale di collaborazione, sensibilizzazione e accompagnamento. L’obiettivo non è “controllare”, ma costruire insieme strumenti di orientamento e supporto, offrendo spazi di confronto e strumenti di crescita condivisa. In questo modo, anche le situazioni più fragili possono essere affrontate con maggiore consapevolezza e coesione.

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